UNA VISIONE PESSIMISTICA
DELLA CITTA'
<<E'
necessario ch'io esponga qui, in poche righe, le mie intenzioni di scrittore?
Ho inteso dipingere il fatale decadere di una famiglia operaia, nell'ambiente
appestato dei nostri sobborghi. Dall'abitudine di sbronzarsi e
dall'infingardaggine, provengono il rilassamento dei legami della famiglia, le
sozzure della promiscuità, il progressivo oblio dei sentimenti di onestà, e più
in la ancora, a mo' di catastrofe, la vergogna e la morte. Si tratta puramente
e semplicemente della morale in atto.>>
Fin dalle prime pagine del
romanzo l'autore mette in evidenza i difetti della città, vista come luogo dove
si è continuamente tentati da vizi che ci allontanano dalla virtù e da una vita
basata sull'onestà e sui valori della famiglia.
L'autore, come molti
letterati del tempo patisce molto la chiusura della città, percepita come luogo
che porta alla rovina e dove si recano i poveri contadini e operai,
irrimediabilmente destinati a una vita di stenti.
Zolà, dopo aver accennato i
suoi intenti nella prefazione, li mette fin da subito in atto, descrivendo una
città GRIGIA e SOPPRIMENTE
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